Tumore del pancreas, nuova tecnica per curare neoplasia inoperabile
Tumore del pancrea nuova tecnica per curare neoplasia inoperabile

Tra le varie neoplasie, il tumore del pancreas è una patologia in forte crescita in tutto il mondo e tra pochi anni si stima che rappresenterà la seconda causa di morte per cancro in Europa: si contano in Italia circa 13.500 diagnosi in un anno.

Per di più il tumore al pancreas è uno dei più aggressivi: solo il 7% degli uomini e il 9% delle donne sopravvivono a 5 anni.

Il primo problema è la diagnosi: a tutt’oggi non esiste un metodo per capire precocemente se si è malati di questo carcinoma, perché è asintomatico. Appena il 7% dei casi viene diagnosticato nello stadio iniziale.

Sintomi più chiari (variabili a seconda della zona del pancreas dove ha avuto inizio il tumore) compaiono quando il tumore ha iniziato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari.

Possono così manifestarsi perdita di peso e di appetito, ittero (colorazione gialla della pelle), dolore nella parte superiore dell’addome o nella schiena, debolezza, nausea o vomito. Infine, una percentuale di malati che va dal dieci al venti per cento può essere anche colpita da diabete, dovuto all’incapacità delle cellule malate di produrre insulina.

Tumore del pancrea nuova tecnica per curare neoplasia inoperabile

Una piccola percentuale di malati di tumore del pancreas viene identificata quando il tumore è ancora localizzato e viene dunque sottoposta a un’asportazione chirurgica che ha qualche probabilità di successo, anche se l’intervento è complicato e gravato da molti rischi.

In generale le operazioni, molto impegnative, sono associate a una mortalità  che può arrivare al 10% e comunque non sono sempre possibili, dato che la malattia si diffonde con rapidità.

Dopo l’intervento può essere inoltre necessario eseguire una chemioterapia, che rappresenta anche l’unica arma a disposizione, insieme alla radioterapia, per i tumori che non sono operabili.

Per fortuna la scienza sta facendo passi da gigante, e le eccellenze italiane continuano a distinguersi per i loro primati e innovazioni.

Nei giorni scorsi, ad esempio, all’ospedale di Terni l’equipe di Epatologia e Gastroenterologia, diretta da Mariano Quartini, ha effettuato per la prima volta in Umbria un trattamento di ablazione cioè distruzione non chirurgica per via percutanea con guida ecografica di un tumore del pancreas giudicato inoperabile per infiltrazione vascolare e che non aveva risposto alla terapia oncologica convenzionale.

La procedura, denominata IRE, è stata eseguita in anestesia generale senza complicanze e il paziente, un ottantenne di fuori regione, è stato dimesso dopo 48 ore dall’intervento.

Il sistema usato è stato quello dell’Elettroporazione Irreversibile (IRE), un’ablazione non termica di formazioni tumorali, che attraverso impulsi elettrici della durata di alcuni microsecondi, tramite l’utilizzazione di più aghi, in questo caso 5, altera in modo permanente le membrane delle cellule, causandone la morte. Questo metodo, non comportando aumento della temperatura dell’area trattata, non danneggia le strutture termosensibili come i dotti biliari, i vasi arteriosi e venosi e gli organi contigui come lo stomaco.

“I trattamenti ablativi percutanei per il tumore del pancreas vengono effettuati in pochi centri italiani – spiega il dottor Mariano Quartini – e con guida ecografica siamo stati i primi ad utilizzare il sistema IRE a livello nazionale. Grazie alla collaborazione con la Radiologia Interventistica, sempre in casi selezionati di tumori del pancreas inoperabili e non rispondenti alla terapia oncologica convenzionale, siamo in grado di utilizzare questa procedura anche sotto guida TAC, così da mettere a disposizione il trattamento ai pazienti che potrebbero trarne giovamento compresi quelli per i quali non fosse praticabile la guida ecografica”.

Una nuova speranza, quindi, soprattutto per coloro che non rispondono ai trattamenti tradizionali e per coloro che hanno una neoplasia purtroppo scoperta in fase avanzata e quindi giudicata inoperabile.

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