Sono stati tanti i temi che in campagna elettorale Lega e 5 Stelle hanno cavalcato, per sottolineare la rottura rispetto alle vecchie compagini di governo.
Stop all’immigrazione selvaggia, certo, ma anche e soprattutto tagli agli sprechi, soprattutto quelli derivanti dalle pensioni d’oro e dai vitalizi, che tante risorse importanti sottraggono ad ambiti più importanti ed in sofferenza.
Tagli che sarebbero dovuti essere naturalmente inseriti nella manovra di bilancio, che dovrà essere approvata entro fine dicembre per poter entrare in vigore a partire da gennaio, ma così non è stato.
Non c’è infatti il taglio delle pensioni d’oro nel pacchetto dei 54 emendamenti alla Manovra depositato in commissione alla Camera dal governo: nessuna traccia delle proposte sul settore, con modifiche alla Fornero e taglio degli assegni sopra i 90mila euro e neanche delle annunciate misure a favore della famiglia.
È presente invece il taglio dell’Imu sui capannoni, che raddoppia: lo prevede un emendamento presentato dai relatori alla manovra che porta dal 20% al 40% la deducibilità dell’Imu ai fini Ires e Irpef, per gli immobili strumentali.
Un altro degli emendamenti prevede inoltre più fondi per ridurre le liste d’attesa nella sanità pubblica. La Manovra stanziava 50 milioni per ogni anno dal 2019 al 2021: con la modifica si passa a 150 milioni nel 2019, 100 nel 2020 e altrettanti nel 2021.