Luigi Di Maio, ministro del lavoro nonché primo promotore della misura, lo aveva spiegato a chiare lettere fin dal primo momento: il reddito di cittadinanza non è un modo per aiutare i nullafacenti o per dare ulteriori fondi a chi già lavora in nero, ma una misura per sconfiggere la povertà, quella vera.
E, a dimostrazione, in queste ore sono stati scovati i primi furbetti, una coppia di coniugi che aveva richiesto la misura di sostegno al reddito ma che in realtà non era poi così senza risorse come voleva far credere.
Nello specifico, i carabinieri del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Palermo, hanno deferito in stato di libertà alla Procura di Termini Imerese, due coniugi di un comune delle Madonie, per il reato di indebita percezione del reddito di cittadinanza.
I carabinieri, durante un’ispezione in un cantiere edile privato, hanno infatti riscontrato la presenza di un lavoratore in nero, per il quale la moglie, nello scorso mese di marzo, aveva presentato domanda, accolta, ma con pagamento non ancora eseguito, per il conseguimento del reddito di cittadinanza per il nucleo familiare.
I due sono i primi scovati in Italia, ma molto probabilmente nelle prossime settimane verranno scoperti altri casi simili, con tutte le sanzioni civili, penali ed amministrative del caso.