Con il DPCM in vigore fino al 3 dicembre il Governo ha deciso di dividere le regioni italiane in tre aree di rischio, designate con un colore diverso a seconda della situazione: giallo, arancione e rosso. La zona arancione, quindi, è l’area intermedia, di cui fanno parte la Sicilia, la Puglia e da mercoledì 11 novembre Abruzzo, Umbria, Basilicata e Liguria. Dal 15 novembre dovrebbero far parte della zona arancione anche altre regioni. Nello specifico si tratta di Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia.
I bar e i ristoranti sono sempre chiusi
Nella zona arancione non è possibile fare colazione al bar seduti o andare al ristorante. Infatti tutte queste attività commerciali che prevedono la ristorazione e la somministrazione delle bevande sono chiuse 24 ore su 24. L’elenco delle chiusure comprende anche gelaterie, pasticcerie e pizzerie. In ogni caso sono ammessi anche l’asporto fino alle ore 22 e le consegne a domicilio.
Rimangono comunque aperte le attività che si occupano di somministrare cibo e bevande negli ospedali, negli aeroporti e nelle aree di servizio autostradali.
Le regole per i centri commerciali e i negozi di abbigliamento
I centri commerciali nella zona arancione rimangono aperti dal lunedì al venerdì. Sono chiusi, invece, nei giorni di sabato e domenica e nei festivi. Il divieto comunque non vale per alcune attività, come per esempio le edicole, le farmacie, i tabacchi e i negozi di alimentari, anche se sono all’interno dei centri commerciali.
I negozi di abbigliamento e le profumerie sono aperti nel rispetto delle norme di sicurezza, che prevedono il distanziamento sociale, l’obbligo della mascherina e l’uso del gel igienizzante. Sono chiusi però nel fine settimana all’interno dei centri commerciali.