La contrattazione collettiva e le risorse umane dopo la pandemia
risorse umane

La pandemia da Covid-19 ha portato a una serie di modifiche anche all’interno del mondo del lavoro. È una situazione che è stata gestita nei mesi passati, ma che è importante poter gestire al meglio anche nel futuro, pensando al termine della pandemia. Nel nostro Paese proprio durante la pandemia si sono attivate nuove formule lavorative, dallo smart working per chi opera in ambito pubblico e privato, fino alla Didattica a Distanza per gli insegnanti di ogni ordine e grado.

Oggi è molto importante rispetto al passato che chi si occupa di gestione delle risorse umane sia in grado anche di occuparsi della contrattazione collettiva, nell’ottica di avere informazioni adeguate anche a seguito di nuove forme di lavoro, come ad esempio lo smart working.

Il corso di studi per chi si occupa di contrattazione collettiva

Nelle aziende coloro che si occupano di contrattazione collettiva possono essere attori molto diversi tra loro. Si va dai responsabili dell’amministrazione del personale o delle relazioni industriali, per arrivare ai direttori del personale e ai singoli imprenditori. Non sempre chi riveste questo tipo di ruoli ha le competenze necessarie per potersi dedicare alla contrattazione sindacale e alle relazioni con i sindacati.

Eppure è invece essenziale poter agire in questi ambiti in modo corretto e adeguato. Per questo motivo l’invito è quello a informarsi, seguendo brevi corsi informativi o anche un vero e proprio master contrattazione collettiva e relazioni sindacali. In modo da poter gestire questo tipo di realtà in modo corretto e anche proficuo sia per l’azienda che per i suoi collaboratori.

La contrattazione collettiva post pandemia

Come abbiamo accennato sono tanti i temi che la pandemia ha introdotto all’interno della discussione riguardante i contratti di lavoro. Lo smart working è solo la punta dell’iceberg, anche se in effetti si tratta di una vera e propria novità per il mercato del lavoro italiano. Esistevano già dei contratti che riguardavano il telelavoro, che però non può essere assimilato allo smart working, visto che esistono differenze sostanziali tra le due possibilità lavorative.

Peraltro da molti fronti si parlava di poter eliminare definitivamente lo smart working, che invece si avvia a diventare una forma lavorativa applicabile anche in Italia, in modo esclusivo o misto: ci sono posizioni lavorative che possono prestarsi a un tipo di lavoro da casa o dall’ufficio a seconda della situazione.

Contratti lavorativi e contatti con i sindacati

Ci sono in Italia alcune categorie professionali che si trovano tra le mani un contratto collettivo di lavoro nuovo, appena rinnovato; altre invece hanno un contratto decisamente datato, che a volte è addirittura scaduto da tempo. L’idea che da più parti viene suggerita è quella di modificare profondamente questo strumento di contrattazione.

Perché per molti ambiti risulta fortemente antiquato e in altri ambiti invece viene aggirato, utilizzando contratti costruiti sul singolo lavoratore. Solo con il passare dei mesi potremo comprendere se effettivamente i sindacati e i contratti di lavoro sono realmente pronti a modificare la loro struttura, considerando anche la realtà lavorativa del singolo.

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