Incubi, per la scienza è tutta colpa dell’ansia
Incubi per la scienza tutta colpa di ansia

Quando ci mettiamo a letto, di sera, ci auguriamo sempre di vivere un sonno profondo e sereno, per rigenerarsi ed essere pronti ad affrontare carichi una nuova giornata l’indomani, eppure molto spesso la notte si popola di incubi più o meno spaventosi.

Il termine “incubo” deriva da in “sopra” e cubare “giacere”: infatti si tratta di sogni morbosi e angoscianti che hanno come caratteristica principale la percezione di un peso immaginario sul petto.

Gli incubi traducono un’angoscia, un timore recente, una disfunzione e mettono in scena, nella maggior parte dei casi, un evento della vita reale. Si possono anche riferire a ricordi lontani, che risalgono a molti mesi o anni addietro.

Diverse ricerche hanno osservato che il tema più frequente degli incubi è l’aggressione fisica, un evento così sconvolgente da svegliare il sognatore la maggior parte delle volte. Invece i temi più frequenti dei brutti sogni hanno spesso a che vedere con conflitti interpersonali (le donne li sognano due volte più frequentemente degli uomini) e calamità naturali di vario genere (più frequenti tra gli uomini).

Se gli incubi occasionali sono un fenomeno normale, quando i sogni che provocano terrore o ansia si ripetono frequentemente possono diventare un disturbo del sonno debilitante e arrivare persino a influenzare la vita diurna.

Che siano episodi occasionali o frequenti, tra le cause più frequenti di incubi notturni negli adulti rientrano la morte di una persona amata, febbre, reazioni avverse ad un farmaco, consumo eccessivo o interruzione dell’assunzione di alcol, disordini respiratori durante il sonno, disturbi del sonno.

E, a quanto pare, i sogni, in primis quelli brutti, dipendono dai sentimenti che si provano nel corso della giornata.

I ricercatori delle Università di Turku (Finlandia) e di Skövde (Svezia) hanno infatti notato come le persone più tranquille nello stato di veglia riescano a fare sogni più positivi, mentre quelli che vivono con più ansia elaborino sogni più negativi.

Ciò significa, spiegano gli studiosi scandinavi, che le esperienze oniriche possono riflettere la salute mentale di una persona. Dunque, per dormire sonni tranquilli è necessario abbandonare questo stato di continua tensione.

Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno chiesto a un campione di persone di compilare un questionario in grado di misurare le loro condizioni di salute e il loro livello di ansia. In seguito, ai partecipanti allo studio è stato chiesto di annotare su un diario i propri sogni per tre settimane, cercando di non omettere nessun dettaglio e parlando anche delle emozioni che l’esperienza onirica aveva suscitato in loro.

E, come abbiamo visto, il team di ricerca ha quindi notato che le persone mentalmente più rilassate fanno spesso dei sogni positivi e associati a emozioni piacevoli. Al contrario, chi è meno tranquillo di giorno, tende a portare le proprie emozioni negative anche di notte, sperimentando incubi sgradevoli.

“La pace della mente è uno stato di serenità interiore e armonia, una condizione di benessere complessa e duratura tradizionalmente associata alla felicità delle culture orientali”, ha spiegato Pilleriin Sikka, una delle ricercatrici.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

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